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"Jutaijutsu: uno sport o un modo di essere?"

Con l'avvento del computer e della tecnologia moderna, che in questi ultimi decenni ha coinvolto, e forse anche un pò sconvolto, l'intera società, è come se gli uomini siano stati obbligati a correre, a fare tutto più velocemente. Questo, sicuramente, ha creato diverse reazioni a catena non sempre positive: competitività, bisogno di prevalere sugli altri, poca considerazione delle esigenze altrui, egoismo, solitudine, ecc...
Tutto questo a discapito della riflessione, del poter interiorizzare con i giusti tempi le azioni che svolgiamo nel corso della giornata. I ragazzi si trovano oggi a fare i conti con una società che pretende molto, che richiede enorme fatica e che talvolta trasforma in stress, ansia, preoccupazione e confusione anche le situazioni più normali; tutto questo in un particolare e difficile periodo di crescita come l'adolescenza che è fondamentale per la formazione di ogni essere umano.

Uno dei modi migliori per contrastare questi stati d'animo è affiancare uno sport allo svolgimento dei doveri quotidiani. Spesso però anche lo sport può provocare delle situazioni di stanchezza e nervosismo, in particolare nei casi in cui viene praticato a livello agonistico. Io stesso mi sono trovato parecchie volte a patire questo senso di disagio che spesso ritrovavo negli sport che ho sperimentato nel corso degli anni cercando quello giusto per me, dall'atletica al nuoto. Finchè non sono approdato, su consiglio di un amico, alla Scuola di Arti Marziali Yoshin Ryu, dove si pratica un'antica arte di origine giapponese che integra ed unisce tutte le discipline delle arti marziali odierne: il Jutaijutsu. La Yoshin Ryu ha una caratteristica unica e peculiare: è l'unica Scuola di arti marziali in Italia che, per scelta, non segue un indirizzo agonistico.

Nata a Torino nel 1978, a settembre dello scorso anno ha compiuto quarant'anni.
Sembra molto strano pensare ad una scuola di arti marziali senza il fine unico della vittoria in un combattimento, ma è proprio questo il punto.
Qui l'obiettivo è, come ci spiega la Maestra Daniela Crovella, "ottenere una crescita personale che può aiutare le persone ad essere più in pace con se stesse, quindi più libere: sentendosi più liberi, si diventa più sicuri di sè e si impara a scegliere, e quando si può scegliere è più facile avere delle relazioni umane positive con le altre persone".
Queste caratteristiche si ottengono esercitando a lungo il corpo che progressivamente impara a vedere, a comprendere ed a superare i suoi limiti, ottenendo sempre maggior equilibrio e consapevolezza.
"La pratica del Jutaijutsu" come la descrive la Cintura Nera 7 Cerchi Marzio Turtoro "è una disciplina individuale che viene svolta in gruppo".

Ogni giorno sul tatami si ritrovano persone estremamente diverse tra loro per età, sesso, estrazione economica e sociale, e tutte insieme si allenano confrontandosi con le loro capacità, i loro limiti e le loro paure. E' come appartenere ad una grande famiglia dove i Maestri, grazie alla loro empatia, fanno si che ognuno dei praticanti non si senta mai in difficoltà, perché ognuno è in grado di svolgere qualsiasi tecnica o esercizio ma con i propri tempi.
Per questo motivo non ci si sente mai giudicati, inferiori agli altri o incapaci, e si lavora tutti insieme pur avendo esperienze e colori diversi di cintura.
Queste caratteristiche sono importanti per tutti, ma per gli adolescenti e per i giovani lo sono ancora di più: nel Jutaijutsu, con fatica e dedizione, si impara un'arte e si possono ritrovare bellissimi momenti di amicizia, di compagnia, di riflessione e di entusiasmo, anche senza vincere un campionato, un titolo o una coppa.

 

articolo di Davide Lassandro

 

Corsi di riferimento

JUTAIJUTSU Bambini

3/6 e 6/14 anni

Yaiba Waza

Corso tematico: tecniche di lama

Difesa Femminile

Corsi tenuti dalle donne per le donne

JUTAIJUTSU Adulti

Arte Marziale Tradizionale