Nascita di una Tradizione

Nel 1982 ho conseguito la cintura nera, ero la sola donna.
Nello spogliatoio, prima e dopo il corso per cinture nere, non c’era nessuno sguardo, nessun sorriso, non una voce, se erano lacrime erano solo le mie.
Sentivo dalla parte dei maschi tanti suoni, a volte fragorose risate, più spesso un quieto chiacchiericcio, le loro voci si frammischiavano all’acqua della doccia.
Ci vollero tre anni, prima di poter condividere con delle compagne quella che ho sempre considerato l’oasi dello spogliatoio; un posto con forte significato, che ti prepara a quello che sarà, che ti accoglie al termine, con le soddisfazioni, i turbamenti, le sofferenze e le domande. Un posto da condividere, in cui puoi esprimere le cose intime anche senza parole, ti rifletti nella compagna e se vuoi
ti capisci.
Così quando arrivarono le prime altre due donne nere non avevo parole per esprimere ciò che provavo, ciò che avevo voglia di comunicare, ciò che non potevo dire.
Erano Maria e Catia. Maria la conoscete tutte, ora è lontana ma ci è vicina, in tutti i sensi. Catia non c’è più da tanto tempo e ancora mi manca.
Nella Scuola il simbolico è continuo e costante come l’allenamento, per questo apparentemente senza troppo pensarci, acquistai due tantō e li regalai il giorno dell’investitura.
In quei tantō c’erano tutti i miei pensieri, la voglia di comunicare senza parole la gioia per il loro arrivo, la forza pulita ed inconsapevole della lama, la lucidità necessaria per confrontarsi con il taglio dell’acciaio, il coraggio per sostenere lo sguardo di chi lo impugna e la volontà di diventare in grado di usarlo con la giusta determinazione.

L’anno successivo arrivò un’altra donna e furono proprio le mie compagne a manifestare il desiderio di accoglierla allo stesso modo, e così l’anno successivo e poi quello dopo, e di anno in anno.
E’ un appuntamento senza parole, senza discorsi. E’ qualcosa che sentiamo tutte, a volte senza sapere il perché, senza conoscerne l’origine.
Nascono forse così le tradizioni, nascono così le leggende.

Oggi ho voluto raccontare una storia, la mia di tanto tempo fa, ma chissà quante altre si nascondono nei ricordi e nelle emozioni di noi donne nere.

Maestra Daniela

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